Un libro affascinante e imperfetto; un uomo che cade preda dell’inconscio che lui stesso ha costruito, in un eterno, grigio, presente senza uscita.
E’ un’opera su due piani, uno puramente onirico e un altro “reale” (virgolette d’obbligo), ambientato in un futuro con più di un’aberrazione (e più di un buco narrativo, a tratti viene da chiedersi “ma cosa sto leggendo?”). Il lato onirico, però, funziona perfettamente: è nell’illogico che Murakami dà il meglio, soprattutto quando ineluttabilmente la fine del mondo comincia a compenetrare la realtà.