Ogni tanto la vita riserva sorprese. Non tutte belle.
Sto guidando, senza motivo osservo il mio braccio destro e mi appare un punto nero.
Nel giro di qualche ora ho più di 38 di febbre, un braccio che sembra un cotechino precotto, dolori da ustione al braccio. Dove c'era un puntino nero si sta formando una macchia che arriverà a somigliare al simbolo di Batman.
Comincia la prima settimana di ricovero ospedaliero, in cui esami e flebo si susseguono; sembra difficile comprendere quale essere vivente mi abbia causato un danno del genere, ma continue flebo di antibiotici riportano la situazione sui binari della normalità.
Ho tempo per leggere, mi capitano tra le mani doppio sogno, un libro sulla hygge (la felicità secondo i danesi), guardo la prima serie di stranger things, bellina e ben fatta, ma talmente straboccante di citazioni da lasciare senza profonde emozioni.
La mia meravigliosa compagna non mi lascia un secondo, mentre passo da un prelievo a un'ecografia, a una fastidiosissima risonanza (che è però qualcosa di irripetibile dal punto di vista sonoro), all'inserimento di un PICC.
Sul mio lettore (il Fiio, ottimo acquisto) si alternano Sylvian & Fripp, Banco del Mutuo Soccorso, Flaming Lips.
Centinaia di messaggi su WhatsApp mi ancorano agli amici, ore su Facebook lasciano qualche dubbio sul futuro dell'umanità. (Classico dialogo: "scegli tra A, B, C e D" "F e X").
I giorni continuano a passare, permane ancora una minima febbricola e in un battito di ciglia mi ritrovo a metà della seconda settimana; la diagnosi rimane ignota, ma la terapia sembra efficace.
La rete e PubMed sembrano suggerire come primo indiziato il ragno violino, ma in mancanza di prove certe la terapia rimane ad ampio spettro e non processiamo alcun animale!
Leggo in the court of the crimson king, che racconta la realizzazione di uno dei capisaldi del rock; ascolto in contemporanea i king crimson, ma anche i van der graaf di godbluff, la quarta vittima di Zuffanti e i genesis revisited di Steve Hackett.
Nel frattempo cambio altre due stanze, passando dalla singola, alla doppia, al "camerone" da quattro.
Litri di fisiologica e antibiotici scorrono tra le mie vene, e comincio ad abituarmi al cibo ospedaliero e alla cena a orario aperitivo, l'apeRicovero.
Il telegiornale manda immagini di attentati, mentre la mia porzione di braccio necrotica viene sapientemente asportata, e anche mia mamma viene a trovarmi, con la sua dose immancabile di amore ed apprensione. La "porzioncina" (tecnicamente, trattasi di escara) è un rettangolo di quattro centimetri di lunghezza, non particolarmente profondo; temevo distruzioni tissutali, e a taglietto finito tirò un sospiro di sollievo!
Il tempo passa e l'agente eziologico passa in secondo piano: l'importante è guarire.
La colonna sonora del sabato sera sono i Sonic youth di daydream nation e i peti dell'anziano signore di fronte.
(To be continued…)